La signora Dalloway di Virginia Woolf
Autore:
Casa editrice | Feltrinelli |
Anno | 2013 |
ISBN | 9788807900594 |
N. pagine | 224 |
Recensione di La Signora Dalloway
La nostra recensione di La Signora Dalloway di Virginia Woolf rappresenta uno dei pochi esempi di classici nel nostro blog. Non perché non amiamo questo genere, quanto piuttosto perché recensire un classico è sempre rischioso.
I classici, proprio perché sono tali, hanno già superato la prova del tempo e sarebbe quanto meno sciocco analizzarli con lo sguardo del nostro periodo storico. Ciononostante, abbiamo deciso di raccontare perché questo romanzo ci è piaciuto così tanto.
La mia storia con la signora Dalloway inizia tanto tempo fa e si lega a un altro libro, di cui magari faremo la recensione un’altra volta. Si tratta di Le ore di Michael Cunningham un romanzo incentrato sulle vite di tre donne, vissute in epoche diverse, e tutte e tre legate al libro di Virginia Woolf.
In questo romanzo introspettivo, di cui una protagonista è la stessa Virginia Woolf e un’altra è Clarissa, rivisitazione in chiave moderna del personaggio principale della Signora Dalloway, Cunnigham racconta la difficoltà di vivere di tre donne analizzando una giornata sola di ognuna di esse.
Ovviamente sono numerosissimi i riferimenti all’originale della Woolf e fin da allora Le ore mi suscitò un crescente interesse verso l’opera a cui si ispirava. Anche il film, tratto dal romanzo, mi si presentò come un vero capolavoro e ancora oggi lo reputo uno dei film più belli che io abbia mai visto.
Finalmente, a molti anni di distanza, mi sono decida a leggere la Signora Dalloway: devo ammettere che, ricordando la scorrevolezza del romanzo di Cunningham, questa volta ho fatto un po’ di fatica a entrare in un’opera che rappresenta un flusso di pensieri, trasmessi attraverso una incredibile dose di poesia.
Con gli occhi di un lettore del nostro tempo, è senza dubbio un romanzo difficile. Ma se ci si lascia trascinare, seguendo il flusso di pensieri come in un lungo monologo dell’autrice, ecco che diventa un vero “tuffo”: le ore della giornata – anche qui il romanzo dura una sola giornata – sono scandite dai numerosi orologi che la signora Dalloway incontra per Londra. Una specie di conto alla rovescia o un timer che ci avverte dello scorrere del tempo e della volatilità della vita.
Leggetelo e, se anche subito non doveste trovarlo semplice, continuate a leggerlo e vi si spalancherà il mondo della splendida Clarissa Dalloway, che nel mio immaginario ha ancora il viso della grande Meryl Streep.
Descrizione di La signora Dalloway
Un mercoledì di metà giugno del 1923 Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore alla Camera dei Lords, esce per comprare dei fiori per la festa che la sera riunirà nella sua casa una variopinta galleria di personaggi.
Tra gli altri: Peter Walsh, l’amante respinto, appena tornato dall’India, e l’amica tanto amata, più di ogni uomo, Sally Seton.
Per le strade di Londra passeggia anche Septimus Warren Smith, il deuteragonista del romanzo. Nulla sembra legare i due, se non la città di Londra.
Clarissa ha cinquant’anni, è ricca. Septimus ne ha appena trenta, è povero e traumatizzato dall’esperienza feroce e violenta della guerra, in cui ha perduto non solo l’amico Evans, ma ogni pace. Eppure i due, senza mai incontrarsi, semplicemente sfiorando gli stessi luoghi, comunicano.
Con sapienza straordinaria Virginia Woolf, giunta con questo al suo quarto romanzo, tesse il filo sottile di corrispondenze, echi, emozioni che creano un’opera di grande intensità. Dove un uomo e una donna sconosciuti l’uno all’altra sono accomunati dallo stesso amore e terrore della vita, che li porterà, nell’accettazione (femminile) o nel rifiuto (maschile), ad affermarne comunque l’inestimabile valore.